SERIE C – Aurora Chiavari: «Bilancio fallimentare, inutile nascondersi dietro ad un dito»

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La società Aurora Chiavari ha pubblicato un articolo sul suo sito ufficiale contenente la cronaca della sconfitta dei ragazzi di coach Marenco contro Vado di coach Prati.

I quattro “scarafaggi” di Liverpool assicuravano di non aver bisogno di aiuto quando erano giovani. Beh, per i componenti della rosa dell’Aurora della C Silver  non è così. E’ oramai palese che l’obiettivo principale diventa salvarsi e quando cedi nettamente – molto più di quanto dica il punteggio – contro una formazione piazzata all’ultimo posto della graduatoria e che non vinceva una singola gara dall’ormai lontana notte di Halloween, beh, qualche domanda è lecito farsela. A questo punto, chi o cosa può aiutare questa squadra a risollevarsi? E ancora, c’è veramente il rischio che possa andare ancora peggio?

Nella serata della scialba prestazione di Vado contro il giovanissimo Azimut, tutto è apparecchiato per mettere sul tavolo le manchevolezze gialloblù. Per cominciare, un approccio troppo soft che rende lampante quello che prima sembrava plausibile: manca l’aggressività, la volontà e il desiderio di far proprie questo genere di gare. Poi, in ordine sparso, le condizioni precarie di qualcuno, le scelte quasi sempre dettate dal voler risolvere a tutti i costi con un lampo di genio – che non appartiene a nessuno a questi livelli – le situazioni difficili, la “fame” (di vittorie) che non c’è più, la possibilità di girare il match mordendo con la difesa, quella difesa che è stata il marchio di fabbrica dei gialloblù fino allo scorso campionato. Troppe componenti mancano all’appello e purtroppo il campionato – sicuramente più competitivo rispetto allo scorso torneo – non si pone problemi a metterle in luce.

I ragazzi di coach Prati sono solo in sette arruolabili (tre sono a referto per onor di firma) ma tanto basta per menare le danze per l’intera partita, con buona intensità, velocità, alcune discrete cosucce ed altrettanti errori. Ma se la “vecchia” Aurora questi errori riusciva in qualche modo a punirli, a girarli a proprio favore, questa copia smunta non riesce nell’impresa. Insegue per 40′, provando a riemergere più volte, ma non serve altro che un colpetto di acceleratore da parte dell’Azimut per ricacciarla sottacqua alle prese coi suoi endemici problemi.

E allora torniamo a bomba, la dimensione emotiva di questa squadra non può essere questa. Quella dose di capacità, di intensità e – perchè no – di talento, dove può essersi andata a cacciare?  Sei vittorie e dodici sconfitte a due matches dal termine della Regular Season sono un bilancio fallimentare, inutile nascondersi dietro un dito, ma niente è ancora perduto. Perlomeno, si può chiudere la stagione con dignità, cercando l’aiuto giusto dentro se stessi per poi andare “all’incasso” del proprio talento, delle proprie caratteristiche di giocatori che fino allo scorso campionato erano rispettati – se non temuti – da tutti. Vero o no?

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